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Dettaglio Tesi
Studente: SCARPANTE GIULIA
Email Ateneo: giulia.scarpante@edu.unito.it
Anno accademico: 2022-23
Iscritto alla Facoltà di: SCIENZE DELLA VITA E BIOLOGIA DEI SISTEMI
Corso di studi: SCIENZE BIOLOGICHE
Area disciplinare: SCIENZE BIOLOGICHE
Tipologia tesi: Laurea I livello
Lingua tesi: ITALIANO
Titolo tesi: Le specie invasive ingegneri ecosistemici: il caso Mnemiopsis leidyi in rapporto alla crisi climatica mediterranea
Titolo tesi inglese: Invasive species as ecosystem engineers: Mnemiopsis leidyi's case in connection to the Mediterranean climate crisis
Titolo tesi in altra lingua: n.d.
Abstract tesi:
Il presente elaborato nasce a partire dall’esperienza di tirocinio svolto presso il laboratorio di Biologia Marina dell’Università di Torino, durante il quale, nei campioni di mesozooplancton osservati e identificati, ho rinvenuto frammenti di individui adulti e larve dello ctenoforo Mnemiopsis leidyi Agassiz, 1865. Definito ingegnere ecosistemico a causa della capacità di modificare profondamente gli ecosistemi nei quali si stabilisce, arrivando perfino ad alterare la struttura della rete trofica marina, Mnemiopsis leidyi è uno ctenoforo originario del Nord America che, via ballast water – le acque di zavorra – è stato accidentalmente introdotto in vari settori dell’area mediterranea. La sua ingressione nell’area mediterranea ha preso avvio dal Mar Nero, all’inizio degli anni Ottanta, incidendo significativamente su un ecosistema già sottoposto a pressioni di natura antropica, tra le quali l’overfishing, l’eccessiva pesca a strascico, l’inquinamento chimico, oltre che al progressivo effetto della crisi climatica. In quest’area, a causa delle sue ripetute esplosioni demografiche e della voracità delle sue larve, in breve tempo ha messo in ginocchio l’intera industria ittica basata sulla pesca di acciughe (Engraulis encrasicolus ponticus) e del sugarello maggiore (Trachurus mediterraneus), stabilendosi anche in settori del Mar Nero con caratteristiche apparentemente non idonee al suo insediamento. La bioinvasion in parte si è ridimensionata alla fine degli anni Novanta, con l’ingressione di un altro ctenoforo alieno, Beroe ovata, che si nutre principalmente proprio di Mnemiopsis. Nel frattempo, attraversando il Mar d’Azov, sempre via ballast water, M. leidyi ha raggiunto il Mar Caspio, provocando effetti assai negativi sulla rete trofica marina e indirettamente coinvolgendo Pusa caspica, piccola specie di focide definita dalla Red List della IUCN specie endangered, minacciata. Anche il bacino mediterraneo non è sfuggito all’invasione di Mnemiopsis. In due fasi la specie si è stabilita in Mar Adriatico e laguna veneta, in un contesto ecologico chiave per il popolamento adriatico di Engraulis encrasicolus, che qui trova rifugio, area riproduttiva, nursery e foraggiamento per le larve. L’impatto dello ctenoforo, nonostante sia già testimoniato dall’aumento massiccio in termini di biomassa dell’estate 2016 e 2017, non sembra essere ancora aver raggiunto il suo picco di espansione e diffusione. Gli scenari nei quali il processo di bioinvasione si sta realizzando sono due: la crisi climatica e il conseguente riscaldamento delle acque superficiali, processi che nel Mediterraneo si realizzano in misura tre volte maggiore rispetto all’Oceano Atlantico e che, con molta probabilità, favoriranno la diffusione capillare di questo organismo in ogni settore del bacino. A temere tali sviluppi il settore ittico, già fortemente penalizzato e, come peraltro già denunciato da molti pescatori, afflitto anche dai frequenti bloom di altre specie zooplanctoniche gelatinose. Uno scenario più ottimistico potrebbe scaturire dai fenomeni di competizione interspecifica ai quali M. leidyi non può sottrarsi. Sono infatti presenti in Mediterraneo predatori naturali come lo ctenoforo Beroe ovata, la tartaruga comune Caretta caretta o il pesce luna Mola mola. Al momento non rimane che continuare a monitorarne l’espansione e raccogliere dati sul campo, così come avviene per esempio nell’ambito del monitoraggio ecologico di lungo termine (LTER) del CNR-ISMAR in laguna vene
Abstract altra lingua:
n.d.
Relatore: Nicola Nurra
Eventuali note: n.d.
Data consegna on line della tesi: 13/03/2024